Sa Moba Sarda

Spazio Libero
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L’Associazione Culturale “Sa Moba Sarda” nasce a San Gavino Monreale per opera di un gruppo di appassionati, ma anche competenti, sangavinesi, amanti della ricerca storica ed etnografica.

Soci fondatori sono: Giorgio Ulzega, Michele Sanna, Francesco Curreli, Luciano Muru, Paola Angei, Donatella Cancedda, Angela Canargiu, Mario Altea, Leandro Pascalis; primo presidente e socio esemplare per dedizione continua, per impegno totale e straordinaria competenza nel perseguimento degli scopi sociali è stato Giorgio Ulzega. Quel piccolo gruppo si proponeva di raccogliere, catalogare ed esporre, tutti gli oggetti del nostro passato, che i cittadini, volontariamente, offrivano; consapevoli che fosse quasi un dovere far conoscere, a tutti i membri della nostra piccola comunità, e non solo, quanti preziosi tesori erano custoditi nelle loro case, e magari nei loro magazzini. Da quel momento, fino ad oggi, quel paziente lavoro di ricerca e valorizzazione continua. Dai pochi soci iniziali si è arrivati ai 100 di oggi; dalla modesta casa semi-diroccata, che costituiva la prima sede, si è passati alla bellissima casa del ‘500 “Dona Maxima”, messa a disposizione dell’associazione dall’Amministrazione Comunale di San Gavino Monreale. Attualmente l’Associazione è presieduta dal Prof. Salvatore Manno. Le attività dell’associazione Sa Moba Sarda, vanno, oggi, dalla ricerca e valorizzazione del patrimonio storico sangavinese, alla organizzazione di mostre temporanee che consentono ai visitatori, provenienti da tutta l’isola, e in estate ai turisti, di ammirare gli oggetti che costituivano la vita quotidiana della comunità sangavinese. Oltre le mostre, l’associazione organizza periodicamente conferenze d’argomento storico ed etnografico, invitando come relatori esperti e docenti universitari. La sede sociale è la casa-museo "Dona Maxima".

La casa prende il nome da Donna Massima Orrù, ultima rappresentante della casata dei nobili Orrù. Per il tipo di costruzione potremmo farne risalire l’erezione alla prima metà del ‘500.

La casa-museo Dona Maxima è una tipica casa campidanese: gli ambienti sono comunicanti l’un l’altro; i muri molto spessi; le finestre piccole; un loggiato formato da tre Stanza della macinazione del granoarchi a tutto sesto è posto davanti all’entrata principale. Attorno al muro di recinzione sono posti dei loggiati che avevano il compito di ospitare i magazzini e le bestie. Il primo ambiente interno è l’ingresso, costituisce anche la stanza del ricevimento: è arredata con pochi mobili modesti Camera e vestiti del primo 900e alcune sedie sistemate affianco alle pareti. La seconda stanza è La stanza del costume, un tempo adibita a stanza da letto, oggi dedicata all’esposizione di alcuni costumi tipici del territorio e, in particolare, di San Gavino. La stanza centrale, anch’essa originariamente stanza da letto, è stata utilizzata come stanza della tessitura: in questo ambiente sono stati sistemati alcuni telai tipici – uno pre - nuragico e uno dell’ottocento. L’ambiente centrale è una camera da letto tipica dell’ottocento, con un letto da una piazza e mezzo e un armadio in legno. L’ambiente più singolare è La cucina, un ambiente grande e luminoso, arredato con tutti gli oggetti necessari: un grande tavolo in legno e grandi strutture in legno alle pareti ( telaio e parastaggio) che accolgono le pentole e i piatti. Il piano superiore, la mansarda, è costituito da un unico ambiente che anticamente veniva usato come deposito delle provviste, più una stanza separata che viene usata come ambiente di rappresentanza. L’Associazione lo utilizza come sala riunioni e convegni, ma anche per esporre quadri o comunque oggetti che possono essere sistemati sulle pareti. Nella parte finale del loggiato più grande, posto nel lato est della casa, si trova un locale con un antico forno in mattoni crudi sa domu ‘e su forru.

 

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