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(Mesi de)
Abrìli
GIÒBIA

Per non saper né leggere né scrivere

Iperborea
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"Per non saper né leggere né scrivere" di Torgny Lindgren - Iperborea, 2007.

“La maggior parte delle sciagure del nostro tempo sono state causate dalla lettura e dalla scrittura. Le formule chimiche. Il codice genetico. I programmi di partito. Le dichiarazioni di guerra. Le autorità. La bomba atomica.”

È uno dei tanti paradossi che lo scrittore Torgny Lindgren si diverte a mettere in bocca al suo protagonista, per affrontare, come centro focale del romanzo, uno dei temi più rilevanti nella discussione del mondo attuale: il rapporto tra Immagine e Parola. E paradossale è anche la scelta che Lindgren fa del protagonista stesso: quale altro scrittore, se non uno che ha fatto dell’autoironia e dell’umorismo la sua cifra essenziale, sceglierebbe come personaggio principale un inguaribile analfabeta, colpito da una forma grave di alessia, che gli impedisce di imparare a leggere e a scrivere? E per di più quello che ci racconta, parlando in un registratore, è “semplicemente la mia vita con la Bibbia”, il Libro per antonomasia dunque, ma una Bibbia particolare: la rara edizione senza testo, solo illustrata dalle incisioni di Doré. A metà tra Forrest Gump e un personaggio borgesiano, di una disarmante ingenuità unita a una memoria strabiliante che gli permette di ricordare ogni riga della letteratura universale che gli viene letta, e di riprodurre, tratto per tratto, figura per figura, la sua Bibbia perduta, mentre rievoca le sue vicende di ineducabile e la sua esistenza di “persona amata”, ricrea a poco a poco “quel libro che non contiene nemmeno una lettera, ma dove c’è comunque tutto ciò che occorre sapere. Tutto sulla vita dell’uomo qui nel mondo… il cielo e la terra, l’intelletto e il corpo, i genitori, gli amici e i nemici, gli averi e la povertà, il successo e la disgrazia, la salute e la malattia. E il disprezzo. E Dio.” Con il dubbio di avere forse completamente frainteso e male interpretato la sua stessa vita.