L'“oro rosso” della Sardegna alla conquista dei mercati Usa

Da Il Filo della Memoria 2.0 - Biblioteca Multimediale di San Gavino Monreale (VS).

Da "Il Messaggero Sardo", Anno XXXVIII n.12 del Dicembre 2006.

AGRICOLTURA

L'“oro rosso” della Sardegna alla conquista dei mercati Usa

Le prospettive di sviluppo della produzione di zafferano in un convegno internazionale a San Gavino - L'Assessore Regionale all'Agricoltura Francesco Foddis annuncia la partecipazione alla Fiera di San Francisco - Siamo i maggiori produttori in Italia e il centro del Campidano e capofila del progetto europeo - Occorre incentivare le politiche d'impresa e di mercato.

Servizi dell'inviato Antonello De Candia

L'articolo de "Il Messaggero Sardo"

La Sardegna è la maggior produttrice di zafferano in Italia: nella nostra Isola infatti sono coltivati a zafferano circa 35 dei 45 ettari complessivi dell’intera nazione. Gli altri 10 ettari, secondo recenti stime, sono suddivisi così: 7 in Abruzzo e 3 tra Umbria, Toscana e Sicilia.

Da questi dati si capisce subito che si sta parlando di entità minime. E’ pur vero che si tratta di un ‘prodotto di nicchia’, come si usa dire, e che le sue quotazioni sul mercato sono decisamente alte, (un grammo di zafferano può costare fino 35 euro, da cui l’accostamento al metallo giallo e la denominazione di ‘oro rosso’), una produzione che è destinata quasi esclusivamente all’alta ristorazione. Ma siamo lontanissimi dalle altre realtà produttive: l’Iran ha il 90% della intera produzione mondiale (coltivazione e vendita sono gestite in monopolio dallo Stato Iraniano, e questo dato è emblematico!), un altro 5% lo si produce in India e solo il 5% lo si produce in alcuni paesi dell’area mediterranea, Grecia, Spagna e Marocco. Essendo questo in breve sintesi il quadro mondiale, la Comunità Europea ha finanziato il progetto “SAFRON” per incentivare la produzione dello zafferano europeo e per valorizzarne la qualità nel mercato mondiale: capofila del progetto è l’Italia (ovvero la Sardegna, con il comune di San Gavino maggiore produttore) assieme alla Spagna e alla Grecia. Ed è in questo quadro appunto che si inserisce il primo workshop internazionale di San Gavino, la capitale italiana dello zafferano, che ha visto riuniti in due giornate di convegno i maggiori esperti e tecnici del settore, provenienti dalla Spagna, dalla Grecia e dalle regioni italiane interessate. Per dieci giorni, dal 9 al 19 novembre San Gavino ha ospitato la 16.esima mostra regionale e la prima mostra internazionale dello zafferano, con una serie di manifestazioni di contorno che hanno coinvolto la popolazione e i produttori, con il chiaro intento dell’Amministrazione Comunale - guidata dal sindaco, l’ingegner Stefano Musanti, e dall’assessore alla programmazione, Sandro Atzori - di non perdere l’importante opportunità che viene offerta dal progetto INTERREG della Comunità Europea per incentivare la produzione e creare nuova occupazione, soprattutto tra i giovani. “I terreni, sia di privati che comunali, per poter ampliare le superfici da coltivare - dice il sindaco - non mancano, occorre stimolare i giovani alla coltura dello zafferano, che non richiede grandi sacrifici, ma un impegno limitato, perché i bulbi si impiantano ad agosto e il fiore dello zafferano da cui poi si estraggono i preziosi ‘stimmi’, si raccoglie tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Non ci vuole irrigazione, solo poco concime e da zappettare il terreno per la posa dei bulbi. Ci vuole dunque un po’ di passione e di dedizione, più che altro, ma poi c’è la resa. È anche un modo per riavvicinare i giovani alla terra!” “Il nostro zafferano - aggiunge l’Assessore Sandro Atzori - è per qualità uno dei migliori al mondo, lo confermano le analisi e, indirettamente, il successo che abbiamo ottenuto al salone del gusto a Torino dove ci siamo presentati per la terza volta, e dove abbiamo ottenuto un grande successo, tra i 1600 espositori di 150 Paesi: il nostro stand è stato tra i più visitati in assoluto. Il nostro prodotto è richiesto moltissimo, ma il problema di fondo resta L'augurio del Vescovo di San Gavino Uno zafferano come quel grande ananas di Brisbane Il vescovo di San Gavino, Mons. Giovanni Dettori, in un recente viaggio in Australia, in visita ad una sorella che abita a Sidney, è rimasto colpito da un grande edificio a forma di ananas, nel centro di Brisbane, al cui interno era possibile degustare il dolce frutto in tutte le sue molteplici elaborazioni. “Ma non solo era un susseguirsi di ristoranti, di negozi, di filmati, di storia e quant’altro potesse riguardare questo frutto - ha detto il vescovo intervenendo alla manifestazione di apertura della Fiera Internazionale di San Gavino, nella suggestiva cornice del convento di Santa Lucia - Mi ha colpito il fatto che uscendo da questo grande edificio simbolico, ho visto svilupparsi piantagioni di ananas, per chilometri e chilometri e chilometri. Ecco, l’augurio che faccio è che anche a San Gavino si costruisca un grande edificio a forma di fiore di Zafferano e che all’interno di questo edificio vi siano ristoranti e tutto ciò che possa raccontare la storia, la cultura e la coltura di questo prodotto nostrano, ma subito fuori - ha concluso il vescovo - vorrei vedere campi seminati a bulbi di zafferano per chilometri e chilometri. E’ questo il miglior augurio che posso fare al sindaco e agli amministratori comunali, provinciali e regionali che si stanno impegnando per il riscatto e lo sviluppo di questo angolo del Medio Campidano.” quello di unire i produttori e la commercializzazione. Bisogna essere strutturati per andare sui mercati, soprattutto se puntiamo ad aumentare la produzione.” Un concetto questo che è stato poi ribadito con forza dall’Assessore Regionale Francesco Foddis nell’intervento centrale del convegno. Dopo aver ringraziato gli organizzatori dell’evento ed essersi complimentato con i funzionari dell’ERSAT (Francesco Sanna e Gianni Ibba) che hanno elaborato un libro bianco sul progetto internazionale europeo con Grecia e Spagna, è entrato nel merito.” Il problema fondamentale - ha detto - riguarda l’aspetto economico: come dare una ricaduta ai produttori e come portare a reddito questa coltura. Bisogna andare sui mercati - ha proseguito l’assessore - ma per andarci bisogna avere una dimensione. “Bisogna fare squadra, bisogna organizzare i produttori, incentivando politiche d’impresa e di mercato. Non basta la qualità, non basta produrre, occorre anche dare certezze sulla quantità e soprattutto il rispetto dell’obbligo contrattuale. La Regione ha inserito lo zafferano dentro il piano di sviluppo rurale e potrà intervenire fino al 75% per il marketing e la comunicazione. Un altro fatto di grande importanza - ha detto l’assessore - è l’attribuzione del marchio DOP, che ci sarà riconosciuto a breve”. A conclusione del suo intervento l’Assessore Foddis ha annunciato un programma di partecipazione a manifestazioni fieristiche, a partire da gennaio, alla Fiera di San Francisco, in California, una delle più importanti fiere mondiali dell’alimentazione. “Andremo alla conquista dei mercati americani - ha concluso - organizzando un percorso gastronomico nei principali ristoranti di San Francisco, dove faremo conoscere ed apprezzare lo zafferano sardo”. Tutte strettamente tecniche e scientifiche le ampie relazioni svolte dagli esperti spagnoli e greci. Patrick de la Cueva, responsabile del marketing della più grossa impresa di produzione e vendita di zafferano (azafran) di Spagna ha illustrato tutte le problematiche del mercato mondiale ed europeo dello zafferano; una realtà in evoluzione.” Dello zafferano in Spagna (storia e coltura) hanno parlato Gonzalo Alonso e Marta Diaz, dell’Università Castilla de la Mancha di Albacete La realtà della Grecia è stata illustrata da Charalabos Kanakis, dell’Università di Atene Francesco Sanna dell’ERSAT ha parlato dello zafferano in Italia e in Sardegna, fornendo i dati relativi alla produzione e alle superfici coltivate (che abbiamo riportato in apertura), e confermando che dal prossimo anno la Sardegna potrà certificare DOP il suo zafferano. Per dare un’idea del valore sul mercato dello zafferano, la cui coltura in Sardegna risale a diversi secoli addietro, il tecnico dell’Ersat ha ricordato la figura delle “zaffaranaias” che quando andavano alle fiere dell’epoca per un grammo di zafferano ottenevano in cambio un litro di olio. Per saperne di più sul “Progetto Interreg III C Sud Saffron”, c’è un sito INTERNET, che è stato illustrato da Massimiliano Curreli, dell’ERSAT (www.ersat.it), che è già stato visitato da 21 mila agricoltori sardi. I lavori del Convegno internazionale si sono conclusi con una tavola rotonda che ha avuto per tema “Lo zafferano in Italia. Realtà produttive di sviluppo nel contesto europeo alla luce delle strategie proposte dal libro bianco” con gli interventi di Gabriella Di Minco, dell’agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo in Abruzzo; Tiziana Pieraccini del comitato promotore della DOP di San Gimignano; Curgonio Cappelli del dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Perugia; Luca Lo Bosco, dell’Associazione dei produttori di Campiglia, in Liguria; Adriana Acciaro e Antonio Arabito dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia.