"Nella casa del pianista" di Jan Brokken - Iperborea, 2011.

La sera del 30 gennaio 1980 Jan Brokken rimane folgorato da un concerto: tutti gli studi di Chopin interpretati da Youri Egorov, astro nascente del pianoforte. Dalle prime battute riconosce in lui il talento che ogni giorno sente esercitarsi nella casa vicina.

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"Genius loci" di Hella S. Haasse - Iperborea, 2011.

Due racconti, due case circondate da una natura depositaria di verità sepolte, due donne giunte a un momento cruciale della loro esistenza. Se i luoghi conservano le ombre del passato e raccontano la loro storia a chi li sa ascoltare, scoprirla significa guardare dentro di sé, risvegliare angoli assopiti della propria memoria, fare breccia in territori inviolati e rivelatori dell’anima.

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"Il messaggero" di Kader Abdolahg - Iperborea, 2010.

C’era una volta un popolo che viveva in una terra desertica intorno alla Mecca, era diviso, governato da leggi tribali e venerava idoli di pietra, cui sacrificava le sue figlie femmine.

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"L'allegra apocalisse" di Arto Paasilinna - Iperborea, 2010.

La Terra non ci sopporta più. E basta un’enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l’Apocalisse?

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"La costa degli schiavi" di Thorkild Hansen (traduzione dal danese e postfazione di Maria Valeria D'Avino) - Iperborea - 2006.

“Silenziosi sui loro piedi nudi gli schiavi attraversano duecento anni di storia danese senza lasciare altra traccia che due righe nei libri di scuola: la Danimarca fu il primo paese ad abolire il traffico degli schiavi.

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"Il sorriso di Pol Pot" di Peter Fröberg Idling - Iperborea, 2010.

Nell’estate del ‘78 un Boeing 747 cinese atterra nella Kampuchea Democratica con a bordo una delegazione dell’Associazione Svezia-Cambogia, guidata da Jan Myrdal, uno dei più influenti intellettuali svedesi del suo tempo, figlio dei premi Nobel Alva e Gunnar Myrdal.

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"Il vagabondo" di Adriaan Van Dis (traduzione dal nederlandese e postfazione di Fulvio Ferrari) - Iperborea, 2009.

Mulder, colto e agiato olandese nullafacente a Parigi, vive un’ordinata routine di rituali quotidiani tra il suo elegante appartamento borghese e le immutabili passeggiate serali, finché l’incontro con un cane, che gli cade ai piedi fuggendo da una casa in fiamme, non arriva a scardinare le sue abitudini e i suoi pregiudizi e a cambiare radicalmente il suo rapporto con il mondo.

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"Max Havelaar ovvero le aste del caffè della Società di Commercio Olandese" di Multatuli (Traduzione dal nederlandese di Piero Bernardini Marzolla) - Iperborea, 2007.

"Faccio il sensale nel ramo del caffè, e abito in Lauriergracht n. 37". Con questo prosaico quanto memorabile incipit si apre il più grande classico della letteratura nederlandese, pubblicato nel 1860 esplodendo come una duplice bomba: come capolavoro letterario e come atto di accusa sociale.

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"La casa della moschea" di Kader Abdolah (traduzione dal nederlandese e postfazione di Elisabetta Svaluto Moreolo) - Iperborea, 2008.

Dopo aver viaggiato nel passato di Calila e Dimna e nel presente del Sudafrica e della sua anima, Kader Abdolah ci riporta nella Persia di Scrittura cuneiforme e al cuore pulsante della sue radici: la casa della moschea.

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