L’irrigazione per conquistare un’alternativa alle fonderie

Da Il Filo della Memoria 2.0 - Biblioteca Multimediale di San Gavino Monreale (VS).

Da "Il Messaggero Sardo", Anno III n.3 del Marzo 1971.

San Gavino ha già raggiunto il benessere: ora cerca di non perderlo

L’irrigazione per conquistare un’alternativa alle fonderie

L'articolo de "Il Messaggero Sardo"

San Gavino, marzo.

Il recente passaggio degli stabilimenti metallurgici della Monteponi-Montevccchio all'AMMI, che ha sollevato un vespaio di polemiche, non ha coinvolto direttamente, come è avvenuto per il Sulcis-Iglesiente la cittadina di San Gavino la quale indipendentemente dagli sviluppi futuri, ha già fruito dei benefici del provvedimento. Infatti una delle tre fonderie passate dall'azienda privata a quella di Stato sorge nel suo territorio. Tuttavia i 364 dipendenti dello stabilimento dove si lavora il piombo e lo zinco, pur avendo conseguito la sicurezza del lavoro, si battono affinchè questa venga estesa anche ai lavoratori dipendenti nel settore estrattivo. «La fonderia, in funzione dal lontano 1932, non è oggi l’attività prevalente e portante dell’economia di San Gavino» — afferma il Sindaco nonché neo-consigliere regionale on. Ferruccio Bertolotti. «Nonostante siano in molti a non riconoscerlo e nonostante le incognite di cui è stato investito il settore del piombo e dello zinco, il Comune ha registrato negli ultimi tempi un sensibile progresso economico. Questo dato — aggiunge il Sindaco — è facilmente rilevabile dal notevole incremento della popolazione, che in due anni è cresciuta di 800 unità, dal calo dei depositi bancari in ragione di un obiettivo e costante aumento dei consumi e, soprattutto, dall’avere, in questi ultimi cinque anni, raddoppiato il gettito delle imposte comunali in virtù di una progressiva e costante crescita nell’ordine di cinque milioni per anno».


Lo sviluppo urbanistico.

A conferma delle dichiarazioni dell’on. Bertolotti vi è del resto la realtà del paese: i recenti stabilimenti tessili di Villacidro che occupano circa 330 abitanti di San Gavino; l’attività agricola che, anche se in sensibile regresso, offre ancora del lavoro; l’allevamento del bovini ed il mattatoio, attività tradizionali della popolazione; i tre pollai industrializzati con circa 100 dipendenti; l’ospedale regionale con 150 posti letto ed infine le numerosissime scuole.


Scompare la disoccupazione.

La posizione geografica è la spiegazione più credibile del perchè proprio a San Gavino si sia verificata una simile situazione. La cittadina, infatti, non solo è equidistante da Cagliari e da Oristano, ma è un autentico nodo stradale che ha naturalmente ed ordinatamente favorito lo sviluppo urbanistico a macchia d’olio. Unica eccezione la strozzatura di fronte alla stazione ferroviaria. Anche questa, tuttavia, è spiegabile in quanto la zona è particolarmente colpita dallo «smog» della vicina fonderla. Di San Gavino è ancora invidiabile, nonostante lo sviluppo della motorizzazione, la quiete rotta soltanto dal passaggio continuo degli aerei della vicina base NATO di Decimo. I piloti — si dice a San Gavino — usano nei voli di esercitazione quale punto di riferimento i fumaioli della fonderia. San Gavino è un Comune che conta attualmente 9.304 abitanti, non ha frazioni e case sparse, fa parte, insieme ad altri sette comuni, del consorzio di industrializzazione di Villacidro ed è amministrato da un consiglio comunale composto da venti consiglieri (11 DC, 4 PCI, 2 PSI, e 3 indipendenti) che ha eletto una Giunta monocolore democristiana formata dal Sindaco, quattro assessori effettivi e due supplenti. Negli ultimi tempi la sua economia, che nel passato si basava soprattutto sull'agricoltura e sull'allevamento, è diventata prevalentemente industriale e di servizio.


Popolazione fluttuante.

Gli assistiti del Comune sono in progressiva diminuzione. La disoccupazione è molto ridotta rispetto al passato ed è attualmente attestata sulla media annuale di 150 unità. In notevole aumento è tuttavia quella intellettuale il cui fenomeno è al momento irrisolvibile a livello comunale. Per ciò che concerne poi l'emigrazione, San Gavino presenta caratteristiche tutte particolari. A partire dal 1932, anno in cui entrò in funzione la fonderia, si nota infatti che all'emigrazione si contrappone, alla pari, ed a volte a flussi superiori o inferiori, l’immigrazione. Praticamente la cittadina offre il singolare fenomeno della popolazione fluttuante. Ciò dipende probabilmente (in proposito sarebbe interessante uno studio particolareggiato a livello scientifico) dai fattori geografici di cui si è detto. E’ molto strano, però, constatare che San Gavino, con due ristoranti a carattere familiare, due locande ed un albergo di terza categoria è del tutto sprovvista di attrezzature alberghiere. Evidentemente il soggiorno nel la cittadina è interamente residenziale o di transito. La cittadina è, a differenza della maggior parte dei comuni dell’isola, dotata di tutte le infrastrutture primarie. Vi sono l'acquedotto, costruito interamente dalla amministrazione comunale, le reti idriche e fognarie al completo, la viabilità ed i mezzi di trasporto sufficienti. E' stato infine recentemente istituito anche il servizio della nettezza urbana, mentre rimangono da completare le strade interne e da costruire altri edifici scolastici per eliminare i doppi turni nelle elementari e nelle medie. Questo non significa, comunque, che non esistano grossi problemi. Significa solo che la situazione è migliore rispetto ad altri ed egualmente importanti comuni della Sardegna. Oltre al fenomeno della disoccupazione intellettuale, si deve aggiungere la penuria di alloggi, soprattutto a livello popolare, ed il caro-fitti (un appartamentino viene affittato a 25-30 mila lire mensili). Inoltre vi sono, da molti anni, numerose case malsane. Altro grosso problema è costituito dai pendolari per lo più studenti. Si pensi che il solo liceo scientifico che ha 585 alunni, per non citare l'ospedale civile, è frequentato per un buon 70 per cento da pendolari. A questo proposito gli studenti hanno recentemente occupato l’istituto per sollecitare, fra l’altro, l’istituzione della mensa.


Mancano le case.

L'amministrazione comunale — alcuni esponenti di maggioranza vorrebbero allargare la rappresentanza partitica (PSI) in Giunta per ottenere un governo più efficace — è sensibile a questi problemi e si accinge ad affrontarli. Questo proposito può essere però frustrato dalla necessità di dover controllare il progresso economico che, continuando l’attuale sviluppo, rischia di diventare caotico ed elefantiaco. La Giunta comunale — ha detto il Sindaco — ritiene che l’attuale progresso economico sia sufficiente. Si tratta di rifinirlo e controllarlo. Occorre ottenere il rilancio dell’attività agricola con la completa irrigazione dei campi e realizzare, ove sia possibile, la verticalizzazione del settore piombo-zincifero. In tal modo — ha concluso l’on. Bertolotti — San Gavino potrà avere una solida e consistente economia che gli consenta di guardare al futuro senza preoccupazioni.


Ezio Pirastu