San Gavino Monreale e il bosco perduto della Struvina

Arrogus de storia
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san gavino monreale e il bosco perduto della struvina"San Gavino Monreale e il bosco perduto della Struvina. Dal Quattrocento a oggi: contesse, marchesi, regidores, arrendadori, parroci, vescovi, inquisitori, pastori, contadini, sindaci e disboscatori" di Sergio Orrù - Grafiche Del Parteolla, 2024.

I cambiamenti del paesaggio che, nel corso dei secoli, hanno interessato le campagne territorio di San Gavino Monreale, utilizzato in Sardegna al centro del Campidano, s'intrecciano indissolubilmente al percorso storico della Comunità locale e al suo ruolo nel territorio. Attraverso lo studio di fonti edite, ricerche d'archivio, memoria tramandata oralmente, toponomastica e osservazioni sul campo, questo lavoro cerca di analizzare come, dal Quattrocento in poi, il susseguirsi di eventi storici, politiche governative, leggi e consuetudini, demografia e assetti territoriali, hanno condizionato i cambiamenti che l'uomo ha impresso sul paesaggio. Ne emerge un quadro sorprendente che sfata alcuni luoghi comuni, fortemente radicati nell'immaginario collettivo. Uno su tutti: la convinzione che il territorio sangavinese sia, da sempre, destinato all'agricoltura; invece, almeno la metà di esso è stata, per secoli, governata a bosco ceduo utilizzato per legnatico e pascolo brado. Le privatizzazioni ottocentesche hanno decretato, col tempo, la condanna di quel bosco e la sua progressiva scomparsa. Ancora: la leggenda che vorrebbe la cosiddetta “Legge delle chiudente” causa di un'infinità di usurpazioni, ad opera dei notabili locali, perpetrare su “terreni comunali”; invece, le ricerche storiche più recenti, certificano che gli abusi sono avvenuti ben prima della famigerata e si sono consumati su terreni destinati ad uso collettivo, soprattutto pascoli, spesso compresi nel demanio feudale. Il libro documenta che così è accaduto anche a San Gavino Monreale.